Gli invalidi civili che hanno un’età superiore a 60 anni, per quanto riguarda gli arretrati della pensione di invalidità, hanno diritto ad ottenere fino a 5 anni di arretrati. Lo ha stabilito la sentenza 152 della Corte Costituzionale, che ha esteso questa possibilità agli invalidi civili totali o ai titolari di inabilità fino al compimento dei 18 anni. Originariamente c’era un requisito fondamentale che stabiliva l’aumento delle pensioni tenendo conto dell’età anagrafica che doveva essere pari a 60 anni. Secondo la sentenza della Corte Costituzionale che abbiamo citato, questo requisito anagrafico è da ritenere irragionevole.
Gli effetti non retroattivi della sentenza
La sentenza della Corte Costituzionale a cui facciamo riferimento è stata emessa il 20 luglio del 2020, che quindi costituisce anche la data di entrata in vigore di ciò che stabilisce la sentenza stessa. Teoricamente la sentenza non ha effetti retroattivi. Quindi i beneficiari non potrebbero ottenere gli arretrati dell’invalidità per i periodi che precedono la data del 20 luglio 2020. Esistono però delle persone che possono richiedere gli arretrati per i 5 anni precedenti.
Chi può ottenere gli arretrati fino a 5 anni
Secondo ciò che aveva stabilito la sentenza, sarebbe stato possibile dedurre che venissero esclusi gli invalidi totali, i ciechi civili assoluti e i sordomuti, che, essendo titolari di pensione di inabilità al lavoro, alla data del 20 luglio 2020 avessero già superato la data dei 60 anni.
Eppure, secondo l’articolo 38 della legge 448 del 2001, se sono in possesso dei requisiti reddituali previsti, se il beneficio non è stato ancora attribuito dall’INPS, possono comunque presentare domanda per ottenere il riconoscimento e per avere gli arretrati maturati entro i 5 anni precedenti.
Per poter presentare questa domanda ed ottenere quindi gli arretrati della pensione di invalidità, bisogna essere in possesso di alcune condizioni fondamentali.
Innanzitutto il requisito principale è il possesso di un’età anagrafica superiore ai 60 anni entro la data del 20 luglio 2020. Bisogna poi essere titolari di una pensione di invalidità totale, di una pensione per ciechi civili assoluti o per sordomuti.
Ci sono poi i requisiti reddituali, sempre secondo ciò che stabilisce l’articolo 38 della legge numero 448/2001.
Quali sono i requisiti reddituali
Per presentare la domanda e ottenere quindi il corrispettivo degli arretrati di pensione di invalidità fino ai 5 anni precedenti, occorre rientrare all’interno di certe soglie reddituali.
Per una persona celibe il limite di reddito ammissibile è di 8.469,63 euro. Per una persona coniugata invece il limite di reddito corrisponde a 14.447,42 euro.
In quest’ultima situazione è da tenere presente che devono essere rispettati comunque entrambi i limiti, sia relativamente al reddito personale che per ciò che riguarda il reddito complessivo coniugale.
È fondamentale che per calcolare il reddito vadano considerate tutte le entrate, anche quelle esenti ai fini Irpef. Per questo motivo nel calcolo vanno compresi sia l’assegno ordinario contributivo sia quello di invalidità. Non è da comprendere invece l’eventuale indennità di accompagnamento.
Quali redditi non concorrono al calcolo
Abbiamo già indicato alcune entrate che non devono essere considerate nel calcolo reddituale. A quelli che abbiamo già nominato, sempre da non considerare, aggiungiamo il reddito derivante dalla casa di abitazione, le pensioni di guerra e l’importo aggiuntivo previsto dal comma 7 dell’articolo 70 della legge del dicembre 2000.
Inoltre vengono esclusi anche i trattamenti di famiglia e l’indennizzo previsto dalla legge 25 febbraio numero 210 del 1992. Si tratta di un indennizzo previsto e corrisposto ai soggetti danneggiati da complicanze di forma irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie e trasfusioni oppure complicanze derivate da somministrazioni di emoderivati.
Tenendo conto di tutti questi requisiti si può effettuare il corretto calcolo del reddito, per sapere se si rientra nelle condizioni previste per ottenere gli arretrati.